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    Impianto di trattamento meccanico biologico per RSU

    L’Impianto di Trattamento Meccanico Biologico per RSU sito in località Casoni di Chieti ed avente capacità autorizzata pari a 270.000 t/anno di rifiuti è uno tra i primi impianti d’Europa per tecnologia e dimensioni
L’Impianto di Trattamento Meccanico Biologico per RSU, realizzato nel pieno rispetto delle recenti normative europee recepite a livello nazionale dal D.L.152/06, consente il recupero e la valorizzazione energetica dei Rifiuti Urbani Indifferenziati (cioè quanto resta a valle della Raccolta Differenziata).
Grazie alla tecnologia adottata, meno del 35% dei rifiuti in entrata nell’impianto è conferito in discarica: la parte residua viene biostabilizzata, ridotta e trasformata in Combustibile Solido Secondario (CSS), utilizzato per alimentare impianti dedicati, come i termovalorizzatori, e non, quali i cementifici.

Con la ricezione dei rifiuti in fossa e conseguente loro trattamento meccanico, si apre la prima fase di lavoro degli stessi, la cui area è sottoposta ad aspirazione forzata mediante idoneo sistema di captazione per evitare la fuoriuscita di odori. In tale fase si procede anche a misurazioni radiometriche le quali, seppur non obbligatorie, garantiscono la totale assenza di radiazioni dei rifiuti accolti all’impianto e l’assoluta qualità del combustibile prodotto.

La seconda fase è quella del trattamento biologico, consistente nella biostabilizzazione della residua frazione umida e, dunque, biodegradabile, dei rifiuti: lo scopo è quello di essiccare ed igienizzare il materiale in modo da ottenerne una riduzione della putrescibilità nonché una riduzione di peso pari al 20%

Il processo di biostabilizzazione è gestito con una serie di ventilatori che convogliano l’aria aspirata in condotte sotterranee e da qui ai biofiltri, i quali garantiscono l’abbattimento degli odori nonché il controllo in continuo dell’evoluzione del processo.

La raffinazione per la produzione di CSS prevede, infine, una serie di operazioni meccaniche (vagliatura – separazione aeraulica – triturazione secondaria – separazione dei metalli ferrosi e non ferrosi), tutte finalizzate alla produzione di CSS da avviare alla valorizzazione energetica.

I presidi ambientali adottati prevedono costanti controlli, condotti prevalentemente da Enti esterni (laboratori) con attrezzature, personale e metodiche riconosciute e certificate e riguardano, prevalentemente, il controllo sulle principali fonti d’inquinamento quali: emissioni in atmosfera convogliate e diffuse, acque sotterranee, scarichi idrici, rifiuti, rumore interno/esterno.

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